WINNERS 2018 - Pentedattilo Film Festival

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WINNERS 2018

FESTIVAL > 2018

INTERNATIONAL COMPETITION


First Prize ex aequo

CE QUI NOUS TIENT Yann Chemin, France

ITA L’uso sapiente della luce, dei colori della natura e del suono in presa diretta compongono la profonda poetica del film, in cui un adolescente è chiamato a confrontarsi con l’esperienza della perdita. La regia attenta e consapevole trova la sua migliore espressione nell’inquadratura finale, attraverso un cambio di punto di vista che riconcilia il protagonista con il proprio mondo affettivo.
ENG The meaningful usage of the light, of the colors of nature and of the sound creates the poetry of the movie where a teenager has to face the experience of loss. The vigilant direction finds its best expression in the last shot, where a change of point of view lets the protagonist reconcile with his own emotional landscape.

DEBOUT KINSHASA! Sébastien Maitre, France & Congo
ITA Un’opera che trasmette gioia di vivere e non si arrende di fronte alle avversità della vita, ma invita a superarle attraverso trovate originali. La vicenda, trattata con leggerezza, è valorizzata da una fotografia vivida e dal ritmo incalzante della colonna sonora.
ENG A work that express the joy of living and doesn’t surrender in front of adversities, inviting to overcome them through original solutions. The light approach is supported by vivid cinematography and the beating rhythm of the soundtrack.

Honourable Mention
GAZE Farnoosh Samadi, Iran
ITA Un uso accurato della fotografia e l’ottima interpretazione dell’attrice protagonista sostengono un racconto caratterizzato da una tensione crescente e da un esito non scontato. Un estremo atto di coraggio senza ritorno di cui vengono affrontate tutte le conseguenze.
ENG The thorough usage of the cinematography and the excellent acting of the protagonist support a narrative with a distinctive, growing tension and an unpredictable ending. An extreme act of bravery with no chance of return, dealing with the possible consequences.

THRILLER

First Prize
MODUS OPERANDI Remisgiusz Biernacki, Poland
ITA Per l’eccellente costruzione narrativa che alterna più linee temporali fino alla mise en abyme – attraverso la valorizzazione degli oggetti di scena in senso analogico; e non da ultimo in virtù del lavoro registico sugli attori; per un apparato visivo puntuale capace di sottolineare gli elementi fondamentali del thriller.
ENG For the excellent narrative structure, built on different temporal lines until it reaches its mise en abyme – through the analogic valorization of objects on scene; last but not least, for the directing work with the actors; for a punctual visual device, able to underline the fundamental elements of thriller.

Honourable Mention
SILENT CAMPINE Steffen Geypens, Belgium
ITA Per il sapiente congegno narrativo che si realizza attraverso forme ellittiche e allusive; per la fotografia raffinata che alterna chiaroscuri dalla forte carica espressiva; per la regia intensa di primi piani e campi lunghi in senso assimilativo, al fine di caratterizzare il territorio come esistente; e infine per la convincente prova attoriale del protagonista.
ENG For the cleverly organized narrative structure, realized through ellipsis and allusion; for the refined photography, whose expressive strength reaches the viewer through the alternation of shade and light; through the intense directing, whose close ups and long shots acquire an assimilative meaning, so that the landscape is characterized by its existence; and finally for the convincing acting of the protagonist.

ANIMATION

First Prize
THE KISS Adriano Candiago, Italy
Nella sceneggiatura la proposta del doppio piano è immediata ed esplicita. Non c'è il tempo di una genesi che introduca all'azione ma è l'azione stessa la protagonista. Da una parte i due "pupi" e la loro tensione amorosa espressa nella necessità del bacio, dall'altra il "puparo" che, con sadismo malcelato, si oppone esercitando il controllo attraverso il dominio dei fili che animano e costringono i due burattini.
Quella del burattinaio è azione esterna e didattica. Quella dei pupi è necessità intima e ribellione a qualsiasi costo. Il pregio principale del corto (e la capacità dell'autore) sta nel riuscire a tratteggiare, in pochi minuti, temi esistenziali complessi riguardo la scelta tra il vivere un'esistenza di autodeterminazione o il non vivere affatto. Tra responsabilità cosciente dell'agire e conseguenze che ne derivano. Processi non sempre lineari dal punto di vista umano, nei quali esiste un perpetuo dualismo tra utile e gratificante: bugia utile e verità scomoda.  Momenti misteriosi riferiti alla dimensione sacra del “nascosto, dell’incomprensibile, dell’inaudito divino”.
Non conta il contesto, è importante che la creatura si sovrapponga alla bellezza della creazione, se ne senta coinvolta, la duplichi, si reputi adeguata e coerente ad essa. Ogni nascita si porta dietro il mistero della creazione, la scintilla di un collegamento con l’ignoto... il tutto condito da una indiscutibile tecnica di animazione computerizzata.

Honourable Mention
WEEDS Kevin Hudson, USA
"Se riusciamo a far provare empatia per qualcosa di così piccolo come un dente di leone, allora forse possiamo far sentire  gli Esseri Umani più vicini ai propri simili."  Kevin Hudson
In tre minuti la voglia di vivere di un "dente di leone"  che, uno dopo l’altro, vede i suoi simili annaspare e morire in una zolla di terra arida e bruciata dal sole si trasforma, pur non avendone la forma, in una sorta di manifesto politico che ci riporta al nostro presente fatto di migrazioni e soprattutto di migranti. Il messaggio che arriva è tremendamente ovvio ed evidente e il corto di Kevin Hudson evidenzia la potenza narrativa del cinema di animazione: essere in grado di racchiudere fenomeni complessi, semplificarli e renderli chiari, senza sprecare troppe parole. La tecnica è tradizionale, non ci sono i virtuosismi delle animazioni in 3d, ma è onesta ed efficace.  Ben realizzato ed essenziale nella sua bella, rassicurante, bidimensionalità...

MUSIC VIDEO

First Prize
NIGHT CADET - NEVER FALL Jonathan Stroh, USA
ITA I disegni non convenzionali e l’animazione immaginifica intensificano il senso ultimo del brano musicale. Un lavoro pregevole sostenuto da un montaggio ritmato e da soluzioni creative, che rendono il video per nulla scontato, trasportandoci in un mondo colorato in cui persino le ombre assumono significati essenziali.
ENG The unconventional drawings and the imaginative animations make the meaning of the song even more powerful. An outstanding work supported by  tight editing and some creative, unpredictable turning points that take us in a colorful world where even the shadows have meaningful implications.

Honourable Mention
ULTRASOUND - KON-TIKI Andrew Rutter, Uk
ITA Per la capacità di integrare armonicamente il testo e il video in una struttura coerente, evocando le emozioni profonde della storia con una fotografia narrativamente accurata. Il simbolismo originale e la recitazione rendono il conflitto vivido e credibile.
ENG For the ability of merging the lyrics and the video in a consistent structure, evoking the deep emotions of the story through a neat and sharp cinematography. The original symbolism and the acting make the conflict vivid and believable.


CRITIC'S AWARD

First Prize
CE QUI NOUS TIENT Yann Chemin, France
In questo piccolo film Yann Chemin mutua, da un cinema che indaga sulla solitudine dell’adolescenza, percepibile attraverso una introspezione nell’animo del protagonista, le atmosfere cupe di quell’età. La rumorosa assenza dei genitori e la silenziosa presenza del cane sottolineano l’isolamento del giovane protagonista, disorientato sui legami che incrociano la sua vita. Un racconto nel quale si ritrovano sia gli echi del primo cinema di Bruno Dumont, sia quelli delle opere di François Truffaut due autori che come il regista di questo film, hanno saputo raccontare, da posizioni distanti, ma non opposte, il dramma dell’adolescenza. “The ties that bind”, sulla scorta di questa autorevole scuola, si avvale della complicità della bella ambientazione in una natura solo apparentemente amichevole, nella quale trovano giustificazione i sussulti di “cattiveria” del protagonista che si sciolgono nell’inquadratura finale.

Honourable Mention
DEBOUT KINSHASA! Sébastien Maitre, France & Congo / MAGIC ALPS Andrea brusa & Marco Scotuzzi, Italy
Storie di chi forse partirà e di chi arriva: uniamo questi due piccoli film in un'unica menzione e ci piace pensare che le vite che essi raccontano , con il loro bagaglio di esperienze allegre e/o dolorose abbiano potuto trovare un punto di incontro nei nostri luoghi, forse proprio in un luogo come Riace, dove l'accoglienza ha l'immensa ricchezza dell'umanità. Dalle strade affollate raccontate da Sebestien Maitré nell'irriverente, canzonatorio e profondamente onesto “Get up Kinshasa!” dove la corruzione, la guerra al povero non riescono ad annullare la caparbietà e l'ingegnosa voglia di farcela un bambino, un umano tra gli umani. La semplicità della tradizionale narrazione africana si riversa in un film che ha il pregio dell’ironia e dove il piccolo dramma, si trasforma in commedia. Su opposte distanze viaggia “Magic Alps” di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi. Una piccola storia vera, il racconto di una separazione nel quale si percepisce il dramma dell’immigrazione. Il disagio della terra straniera e l’amicizia profonda con una capra sono i temi antagonisti del film che diventa un piccolo emblema dello smarrimento degli uomini e delle donne che vagano tra confini in terre sconosciute costretti a recidere legami e affetti.

SPECIAL AWARDS

Best Director: Sameh Alaa for Fifteen, Egypt
Best Screenplay: Kaveh Mazaheri for Retouch, Iran
Best Cinematography: Steven Santacruz for Sugar, UK
Best Actress: Imogen Morris for Lambeth Lights, UK
Best Actor: Loria Mamuka for He said: “Mommy”!, Russia/Georgia
Best soundtrack: Frank Moon for Curing Albrecht, UK
Best Sound: David Merrill for A hand of a bridge, USA
Best Editing: Arkadiuz Iuawaniuk, Maciej Pukzynski for Macbeth, Poland

 
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